La lavorazione della pelle e del cuoio ancora oggi avviene in maniera artigianale. Esistono grandi concerie, industrie, ma l’abilità e la manualità degli operatori è ciò che rende la pelle un materiale unico e pregiato. La pelle, scarto dell’industria alimentare, viene “riciclata” dalle concerie e lavorata in modo tale da renderla un materiale “nobile” e alla moda. Ciò richiede macchinari sempre più all’avanguardia ed una continua ricerca.
Il processo produttivo conciario può essere sostanzialmente diviso in tre grandi fasi: la concia, la riconcia e la rifinizione.
La concia della pelle
Tutte le operazioni di concia servono a stabilizzare la pelle e vengono effettuate con l’impiego di grosse lavatrici chiamate bottali. Il bottale è la macchina tipica di conceria ed è costituito da un cilindro ruotante intorno al proprio asse nel quale vengono immessi acqua, le pelli ed i reagenti chimici. Oggi il bottale da semplice cilindro di legno ruotante si è trasformato in una complessa macchina controllata al computer con controlli e regolazioni automatiche dell’immissione dell’acqua, della temperatura, della velocità di rotazione, dell’immissione dei reagenti chimici.
Esistono diversi tipi di concia della pelle.
La concia della pelle al cromo è la più largamente diffusa. Si può produrre qualsiasi tipo di prodotto eccetto che per calzature. Al termine della concia la pelle si presenta di colore verde-azzurro, in questo stato il cuoio conciato viene infatti chiamato wet blue.
La concia della pelle al vegetale è la più antica, vengono usati tannini vegetali che danno al cuoio conciato le tonalità del marrone più o meno intenso. Esistono due tipi di concia vegetale. La concia lenta in vasca, durante la quale le pelli vengono immerse in vasche contenenti soluzioni di tannini a concentrazioni crescenti, dura circa 30 giorni e serve a produrre cuoio da suola molto pieno e poco flessibile. La concia rapida in botte, realizzata nei bottali, che a causa del movimento di rotazione, dà vita ad una pelle più flessibile adatta a tutte le produzioni. La concia dura circa 36 – 48 ore.
La fase di riconcia
La pelle fino a qui conciata non è ancora utilizzabile per produrre articoli. Si presenta infatti ancora bagnata ed anche se venisse asciugata sarebbe un prodotto troppo rigido e del colore tipico della concia, non certamente con i colori che siamo abituati a vedere. Per trasformarsi in un prodotto utilizzato in commercio, deve essere sottoposta ad ulteriori trattamenti chimici e meccanici.
Per migliorare i pellami è necessario effettuare prima della riconcia la neutralizzazione che avviene tramite bicarbonato di sodio e calcio formiato, utili a stabilizzare il pH a valori ottimali (solitamente intorno al valore pH 4/4,5), il quale permette legami stabili oltre che di uniformare le caratteristiche dei pellami (questo fase permette di rendere uguali anche pellami provenienti da diverse partite di pelli, rendendole molto simili tra loro.)
Attraverso la fase di riconcia è possibile manomettere e migliorare la morbidezza, la fermezza del fiore, l’elasticità, la cedevolezza, la leggerezza, la pienezza assoluta, la tagliabilità del prodotto e soprattutto, attraverso questa fase, è possibile il pareggiamento delle differenze di spessore tra le varie parti della pelle.
La riconcia permette poi la tintura e l’ingrasso della pelle: è l’operazione con la quale si conferisce alla pelle il colore voluto, la flessibilità e la morbidezza. Viene effettuata nei bottali.
Successivamente va poi effettuata l’asciugatura della pelle: le operazioni citate in precedenza vengono effettuate con l’impiego di acqua per cui le pelli devono essere asciugate, processo che può essere effettuato per semplice esposizione all’aria, oppure in speciali piastre di acciaio riscaldate e sottovuoto. La scelta del sistema di asciugatura dipende non solo da fattori economici ma anche dalla destinazione d’uso del materiale finito.
La rifinizione della pelle
E’ la fase finale, ma anche la più complessa delle lavorazioni e comprende tutte le operazioni effettuate sulla pelle asciutta per modificarne la superficie dal punto di vista estetico e funzionale. La rifinizione della pelle può essere meccanica o chimica.
La rifinizione meccanica della pelle: può essere effettuata per lucidatura della superficie con una ruota di velluto, oppure per stiratura e placcatura per ottenere una superficie piatta e liscia, per pressatura con una piastra a rilievo allo scopo di imprimere una stampa, per bottalatura facendo ruotare velocemente a secco il bottale la pelle per avere una superficie mossa ed il fiore molto più evidente.
La rifinizione chimica della pelle: consiste nel ricoprire la superficie della pelle con un film, più o meno spesso, sintetico o naturale di coloranti, perle, vernici e viene effettuata per mezzo di rulli, velatrici e spruzzi.
La stiratura della pelle: operazione necessaria per garantire il tono di brillantezza desiderato.
Immaginate le varie fasi di lavorazione come un percorso compreso tra la partenza e l’arrivo, che un atleta deve compiere. Va dà sé che pur partendo da uno stesso punto, se una pelle fa il percorso lungo ed effettua alcuni passaggi importanti ed impegnativi, arriva al termine molto tempo dopo, con molta più fatica, con un dispendio enorme di energia.
Se una pelle fa un percorso più corto o taglia lungo il percorso, salta dei passaggi, evita passaggi difficili e costosi, arriva molto prima e con meno dispendio di energia.
Ecco dunque perché alcune pelli pur partendo dalla stessa linea di partenza (ad esempio sono tutte pelli bovine) a seconda dei differenzi percorsi di concia, riconcia e rifinizione sono nettamente diverse l’una dall’altra e con prezzi finali nettamente diversi.